Pubblicato il: 21/02/2019

La musica liquida inquina più dei supporti fisici!

Un supporto impalpabile inquina di più di uno fisico? Sembra impossibile ma in realtà può essere realmente così.
I due ricercatori Sharon George e Deirdre McKay della Keele University hanno scritto un lungo articolo sul sito della BBC che lo conferma.
In realtà tutti i file che vendono ascoltati in streaming, scaricati ecc. HANNO un supporto fisico: il data center o i server su cui vengono "parcheggiati". Questi, con i loro consumi energetici risultano più impattanti sull'ambiente rispetto ai classici formati fisici.
Partendo dalle materie prime logicamente la musica liquida passa subito in vantaggio, ma già per produrre un vinile invece abbiamo bisogno 135 grammi di PVC, la cui produzione richiede un’emissione di 0,5 kg di anidride carbonica. Moltiplicando questo valore per i 4,1 milioni di dischi in vinile venduti annualmente nel Regno Unito otteniamo quasi 2mila tonnellate di anidride carbonica, il corrispettivo prodotto da 400 persone in un anno.
Con i CD la situazione migliora, perché usando il mix di policarbonato e alluminio di cui sono fatti i supporti diminuisce l’emissione di anidride carbonica di 0,1/0,3 kg rispetto ai vinili. I vinili però sono riciclabili al 100%, mentre il materiale composito dei CD è difficile da recuperare. Nel complesso quindi tra i due vince il vinile, perché a fronte di una produzione leggermente superiore di Co2 è completamente riciclabile.
L'ascolto instreaming invece ha un impatto, difficile da quantificare in quanto coinvolge diversi parametri. La tracce infatti sono custodite in enormi data center sparsi per il mondo, che consumano grandissime quantità di energia elettrica poiché funzionano 24 ore al giorno, 7 giorni su 7 producendo calore, la cui dissipazione richiede l’uso di altra energia elettrica per gli impianti di raffreddamento. Tutto questo ovviamente non esisteva quando c’erano i vinili o si usavano i CD, per cui il loro impatto è nuovo, e generato proprio dall’aumento del consumo di musica in streaming.
Le tracce inoltre vengono trasmesse attraverso la rete e in ultimo tramite WiFi o 4G ai vari dispositivi che, a loro volta, utilizzati frequentemente vanno ricaricati più spesso, assorbendo altra energia, anche se questo aspetto incide molto poco sul totale visto che per ascoltare CD e vinili bisogna comunque utilizzare l’impianto HiFi.
Il tutto avrebbe bisogno di una seria ricerca e studio, ma i due ricercatori hanno aperto una riflessione su un problema che probabilmente nessuno aveva ancora riconosciuto.

Streaming audio ed MP3 inquinano

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